Anima - Wajdi Mouawad {Recensione no-spoiler}
BUON NATALE lettori e lettrici!!
Bentornati sul blog! Quest'anno il 25 Dicembre cade di lunedì e quindi il mio piccolo regalino sarà la recensione di oggi. Siccome è una giornata speciale mi sono finalmente decisa a pubblicare una delle recensioni che mi avete richiesto di più nell'ultimo periodo, quella di Anima di Wajdi Mouawad. Come alcuni di voi sanno, questo libro mi ha suscitato sentimenti contrastanti e la stesura di questo articolo è stata decisamente difficoltosa. Se vi va di conoscere la mia unpopular opinion riguardo al romanzo continuate a leggere, e non dimenticatevi di farmi conoscere le vostre impressioni.
Titolo: Anima
Autore: Wajdi Mouawad
Editore: Fazi
Data pubblicazione: 2012
Pagine: 496
Wahhch Debch è un uomo la cui vita è cambiata per sempre, distrutta da un serial killer che ha assassinato sua moglie in modo orribile. Unico testimone il gatto.
Il libro si apre proprio con il gatto, che racconta la scena: la sua padrona riversa sul pavimento e Wahhch, che rientrando in casa la trova così, morta.
Non passa molto tempo prima che l'assassino venga identificato. Identificato ma non arrestato.
Wahhch, tormentato dal dolore, decide quindi di andare a cercarlo. Non per ucciderlo, no, ma semplicemente per guardarlo in faccia ed assicurarsi di non essere stato lui stesso ad assassinare l'amata moglie.
Anima ci racconta, attraverso gli occhi di numerosi animali, il lungo viaggio di Wahhch. Un viaggio che lo porterà in luoghi oscuri, nei quali avrà prova della crudeltà e della violenza umana.
Ho letto questo libro invogliata dai numerosi pareri positivi che ho visto sul web; quando l'ho iniziato c'erano alcuni elementi della storia che mi incuriosivano tantissimo ed altri che mi spaventavano un po', ma nel complesso avevo delle aspettative molto alte. Che purtroppo sono state in gran parte deluse.
Quello che mi incuriosiva di più è l'espediente narrativo: Mouawad decide di cambiare continuamente narratore, facendo raccontare la storia da moltissimi animali diversi, quelli che il protagonista incontra nel suo percorso.
Ce ne sono di ogni tipo: mosche, gatti, scimmie, ragni, cani, cavalli, ...
Devo ammettere che mi è piaciuto molto il modo in cui l'autore è riuscito a gestire questo tipo di narrazione: ogni animale ha un proprio modo di raccontare e soprattutto un proprio modo di pensare. La bravura di Mouawad è innegabile: riesce a mostrarci il mondo con gli occhi e la mente dei più svariati animali, e attraverso le loro parole e i loro pensieri, siamo in grado di identificare quasi immediatamente il tipo di narratore di cui stiamo leggendo.
Essendo io un'amante degli animali, alcuni capitoli mi sono rimasti nel cuore e mi hanno molto emozionata: ad esempio quelli in cui un gatto si riferisce alla padrona come "colei che amo", oppure il capitolo della scimmia, che cerca di comprendere i comportamenti umani senza risultati.
"Gli umani sono soli. Malgrado la pioggia, malgrado gli animali, malgrado i fiumi e gli alberi e il cielo e malgrado il fuoco. Gli umani sono sempre sulla soglia. Hanno avuto il dono della verticalità, e tuttavia conducono la loro esistenza curvi sotto un peso invisibile. C'è qualcosa che li schiaccia. Piove: ecco che corrono. Sperano nella venuta delle divinità, ma non vedono gli occhi degli animali che li guardano. Non sentono il nostro silenzio che li ascolta. Prigionieri della loro ragione, la maggior parte di loro non faranno mai il grande passo dell'irragionevolezza, se non al prezzo di un'illuminazione che li lascerà esangui, e folli. Sono assorbiti da ciò che hanno sottomano, e quando le loro mani sono vuote, se le portano al viso e piangono. Sono fatti così."
Un'altra importante caratteristica del libro, a cui ero preparata ma che mi spaventava un po', sono le scene di violenza. Anima è un libro crudo, forte, che mostra il male insito nell'uomo in tutta la sua mostruosità. L'autore non si pone filtri e descrive tutto, anche i dettagli più cruenti e macabri.
Se siete persone molto sensibili, alcune scene potrebbero darvi un po' fastidio, ma secondo me il libro può essere benissimo letto da tutti; le scene violente ci sono ma non sono poi così numerose come credevo, rispetto alle 500 pagine totali. Personalmente ho apprezzato la scelta dell'autore di raccontare ogni cosa, di non censurare, e l'ho trovata in linea con lo spirito e lo scopo del romanzo. Mouawad vuole mostrare la bestia che è nascosta in ogni umano, e come spesso proprio l'uomo sappia essere molto più crudele degli altri animali.
Arriviamo però adesso alle note dolenti.
Alcuni capitoli ed alcune parti del romanzo mi sono piaciute moltissimo come avrete capito, tant'è che all'inizio, dopo circa 40 pagine, ero convinta che avrei dato un voto molto alto a questo libro.
Invece mi sono dovuta ricredere, e adesso vi spiego perché.
A me sembra che l'autore ci provi un po' troppo. Ho avuto la sensazione che volesse strafare, e che questo lo abbia portato in alcuni punti ad esagerare.
Mi riferisco soprattutto allo stile di Mouawad: come vi ho già detto i narratori cambiano in continuazione e con essi lo stile del racconto; spesso però questo stile sfocia nell'onirico: il testo è cosparso di scene decisamente assurde che dovrebbero avere un profondo e nascosto significato metaforico, descritte con un linguaggio poetico e astratto che, almeno ai miei occhi, ha poco senso.
È, molto probabilmente, una questione di gusto personale: non apprezzo questo modo di raccontare, lo trovo poco concreto e poco realistico. Non riesco a coglierne il significato.
Per farvi un paragone, mi ha ricordato molto lo stile di Murakami in Norvegian Wood, che è l'unico suo romanzo che ho letto (e che non mi è piaciuto).
"Ogni situazione ha la sua potenza. Ma Bisogna guardarla sotto la luce cruda. Solo così dai alla situazione la sua potenza. Tua moglie è morta. (...) ha fatto del suo meglio per difendersi. Doveva essere una donna coraggiosa. (...) Tu invece sei vivo, e in questo momento hai un'altra donna fra le braccia. Questa è la tua situazione. Se la guardi sotto la luce cruda, riconoscerai la sua potenza." "Ma la luce cruda, che cos'è?" "Tu cosa cerchi?"
Di questo stile, ne risente anche la verosimiglianza degli avvenimenti. Esempio: ogni singolo personaggio che Wahhch incontra nel suo viaggio ha un insegnamento mistico-filosofico pronto da condividere. Ogni singolo animale che lo vede è attratto da lui e pronto a proteggerlo. Realistico?
"Ogni grido deve essere seguito da un silenzio perché se ne senta l'eco. Chi urla di continuo il proprio dolore non ne vedrà mai il volto, proprio come quelli che si ostinano a tacerlo. È la lezione dei pipistrelli: per vedere il volto di ciò che ti fa soffrire, devi fare del tuo dolore una collana che alterna perle di silenzio alle perle delle tue grida."
Oltre allo stile dell'autore, che sicuramente è voluto (e anche apprezzato da molti), secondo me anche nella trama c'è troppa carne sul fuoco.
Fin dall'inizio abbiamo un assassinio orribile e immotivato, un killer che è stato identificato ma per qualche motivo non può essere arrestato e il marito della vittima che inizia un viaggio per cercarlo e capire. Direi che di elementi per tenere in piedi una storia ce ne sono a sufficienza, così come domande a cui rispondere.
Invece da subito ci rendiamo conto che nel protagonista c'è qualcosa in più che non va: Wahhch è spesso assalito da ricordi e sensazioni che aveva cancellato e che l'uccisione di sua moglie ha riportato a galla. Così ben presto la storia principale si intreccia ad un'altra storia, legata ad orribili avvenimenti del passato, a guerre e massacri, e il viaggio di Wahhch si trasforma in un viaggio alla scoperta delle proprie origini.
Questo fatto rende sicuramente il romanzo ancora più avvincente, il problema è che ci sono dei buchi. I collegamenti tra una storia e l'altra, tra l'assassinio e il passato del protagonista, non vengono spiegati sino in fondo, e la domanda principale rimane senza risposta: perché quell'uomo ha ucciso la moglie di Wahhch? Non si sa. Ad un certo punto una delle due storie prende il sopravvento, lasciando in disparte l'altra, come fosse meno importante.
Insomma ragazzi, purtroppo non mi è piaciuto come speravo.
Se devo proprio dirla tutta, non ho apprezzato per niente nemmeno il finale.
Sono stata troppo cattiva?
Spero di no.
Voglio specificare che tutte le motivazioni che non mi hanno permesso di apprezzare questo libro sono puramente dovute ad un gusto personale, sicuramente l'autore ha talento e sa scrivere, semplicemente in questo caso non fa per me!
Non mi sento di consigliarlo ma nemmeno di sconsigliarlo, perché la mia opinione è abbastanza inusuale e moltissime persone lo hanno amato.
Quindi se vi va leggetelo e poi tornate a farmi sapere cosa ne pensate.
Se invece lo avete già letto, scrivetemi pure le vostre impressioni, sarebbe bello ne venisse fuori una discussione letteraria!
Magari riuscite pure a spiegarmi le scene che per me non hanno senso. 😂
VOTO: 🌞🌞 e mezzo
2,5
Spero comunque di dare una seconda chance all'autore, e vedremo come andrà.
Vi mando un bacione, vi auguro di nuovo Buon Natale e buone feste (e buone mangiate!),
Silvia 💖
L'ho iniziato proprio oggi e spero di poter postare presto una recensione sul mio neo-blog (librieinsonni.blogspot.it). Sono facilmente suggestionabile quindi spero di riuscire a finirlo! Ho notato che io e te abbiamo moltissime letture in comune quindi provvedo a seguirti alla ricerca di spunti di lettura (non mi mancano, anzi, ma non sono mai abbastanza). Buona lettura, e buona scrittura!
RispondiEliminaCiao :) Grazie mille, spero che il libro ti piaccia anche se a me non ha fatto impazzire! Se ti va aggiornami e fammi sapere il tuo parere :) Ti auguro nel frattempo buona lettura e anche buona fortuna con il tuo blog :*
EliminaHo finalmente finito il libro. A me è piaciuto anche se l'ho trovato straziante. Ti lascio il link alla recensione, se avrai voglia di leggerla: https://librieinsonni.blogspot.it/2018/05/anima-di-wajdi-mouawad.html?m=1
RispondiEliminacara Silvia, condivido il tuo giudizio in larga parte. Trovo brillante e inusuale l'idea di adottare il punto di vista degli animali, ma a lungo andare questa prospettiva stanca il lettore, non aggiunge nulla di significativo all'intreccio nè al messaggio (che è sufficientemente chiaro: niente è più bestiale dell'uomo), ma diventa solo un gioco virtuosistico di stile, in cui l'autore vuole ribadire quant'è bravo a creare espressioni metaforiche o immagini stupefacenti. Troppo esercizio di narcisismo. Ho trovato forzato anche il collegamento tra le due storie (omicidio di Leonie e vera origine di lui e della sua adozione), forzato e non giustificato. In sintesi la mia è una quasi totale stroncatura.
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