Una questione privata - Beppe Fenoglio {Recensione no-spoiler}
"È costruito con la geometrica tensione d'un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l'Orlando furioso, e nello stesso tempo c'è la Resistenza proprio com'era di dentro e di fuori, vera come era stata scritta, serbata per tanti anni nella memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione e la furia. Ed è un libro di paesaggi, ed è un libro di figure rapide e tutte vive, ed è un libro di parole precise e vere. Ed è un libro assurdo, misterioso, in ciò che si insegue, si insegue per inseguire altro e quest'altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero perché.. ".
[Italo Calvino a proposito di Una questione privata]
Scrivo questa recensione subito dopo aver finito Una questione privata di Beppe Fenoglio perché ne sento la necessità. Vi dico già da ora che l'ho amato profondamente e che mi rendo conto che questo è dovuto sia a motivi oggettivi che soggettivi. Qualche settimana fa sentivo il bisogno di dedicarmi a uno di quei libri che mi aspettavano in libreria da tempo, volevo anche leggere qualcosa di vero, reale; mi è caduto l'occhio su Fenoglio e davvero non avrei potuto fare scelta migliore. Spero di riuscire a trasmettervi l'amore per questa lettura e, se non lo avete ancora fatto, la curiosità di leggerlo.
Una questione privata - Beppe Fenoglio Editore: Einaudi Anno pubblicazione: 1963 Pagine: 155 |
Di Beppe Fenoglio è facile innamorarsi già prima di conoscerlo, già prima di avere a che fare con le sue opere, se si leggono le parole che personaggi del calibro di Calvino e Vittorini gli hanno dedicato.
Quelle di Calvino ve le ho già trascritte e parlano da sole, ma anche Vittorini ha espresso la sua ammirazione per l'autore dicendo: "Fenoglio della sua provincia sa cogliere più ancora che un paesaggio naturale, un paesaggio morale, il piglio in cui s'articolano i rapporti umani, un gusto <<barbarico>> che persiste come gusto di vita".
In un mood già molto ben predisposto nei confronti dell'autore quindi, dopo aver letto queste parole, ho iniziato la mia lettura di Una questione privata.
Alla terza pagina ho già capito che mi sarebbe piaciuto. Dopo un paio di capitoli ho capito che mi sarebbe piaciuto molto. Dopo una cinquantina di pagine, a circa un terzo del libro, lo amavo già spudoratamente e avevo solo la paura che la lettura non si mantenesse sullo stesso livello fino alla fine. Si è mantenuta ad un livello ancora più alto se possibile.
Quelle di Calvino ve le ho già trascritte e parlano da sole, ma anche Vittorini ha espresso la sua ammirazione per l'autore dicendo: "Fenoglio della sua provincia sa cogliere più ancora che un paesaggio naturale, un paesaggio morale, il piglio in cui s'articolano i rapporti umani, un gusto <<barbarico>> che persiste come gusto di vita".
In un mood già molto ben predisposto nei confronti dell'autore quindi, dopo aver letto queste parole, ho iniziato la mia lettura di Una questione privata.
Alla terza pagina ho già capito che mi sarebbe piaciuto. Dopo un paio di capitoli ho capito che mi sarebbe piaciuto molto. Dopo una cinquantina di pagine, a circa un terzo del libro, lo amavo già spudoratamente e avevo solo la paura che la lettura non si mantenesse sullo stesso livello fino alla fine. Si è mantenuta ad un livello ancora più alto se possibile.
Beppe Fenoglio |
Una questione privata, come avrete già capito, è un libro che racconta la Resistenza, la lotta partigiana nelle città e sulle colline italiane durante la Seconda Guerra Mondiale. È un libro che, insieme a questo, parla di amore e amicizia, del confine tra i due, dei conflitti tra i due e della potenza di entrambi. Detto così può sembrare banale ma non lo è, perché in Fenoglio nessuno di questi tre elementi viene mai sminuito rispetto ad un altro: c'è un equilibrio narrativo perfetto nel suo libro, nessuna nota stonata che faccia pensare ad un romanzo, ma piuttosto pare di essere davanti alla trascrizione di un ricordo reale. A volte, quando si ha a che fare con libri che vogliono raccontare una realtà, capita di storcere il naso davanti ad un evento, un dettaglio, romanzato o reso con un'intensità maggiore di quello che dovrebbe essere: una sensazione a cui si dà eccessiva importanza, un dolore affrontato con troppo coraggio, un contesto esterno troppo semplificato.
Qui invece no, c'è davvero la percezione che tutto sia reale, tutto è spogliato del romanzesco e ridotto all'essenziale. Tutto è tremendamente vero, semplicemente e dolorosamente vero.
"Questa guerra non la si può fare che così. E poi non siamo noi che comandiamo a lei, ma è lei che comanda a noi."
Il protagonista è Milton, un giovane studente che si è dovuto arruolare nell'Unione Nazionale Protezione Antiaerea. Un giorno, durante un'azione militare si trova davanti la casa di Fulvia, la ragazza che gli ha rubato il cuore qualche anno prima e non glielo ha più restituito. Questa visione, nel mezzo degli orrori della guerra, lo rapisce e gli riporta alla mente tanti ricordi.
È la vita di prima contro quella di ora, la libertà e la spensieratezza di un passato che sembra lontanissimo in contrasto con un presente in cui incombono troppo vicine sofferenza e morte.
Milton scopre però che c'è la reale possibilità che Fulvia sia l'amante di un altro partigiano, Giorgio, il migliore amico del protagonista. E così quest'ultimo si ritrova, in mezzo alla guerra e alla lotta partigiana, a voler scoprire la verità. Il destino però gli riserva una brutta sorpresa: Giorgio è in pericolo, in mano ai fascisti.
Milton scopre però che c'è la reale possibilità che Fulvia sia l'amante di un altro partigiano, Giorgio, il migliore amico del protagonista. E così quest'ultimo si ritrova, in mezzo alla guerra e alla lotta partigiana, a voler scoprire la verità. Il destino però gli riserva una brutta sorpresa: Giorgio è in pericolo, in mano ai fascisti.
Quindi che fare, quale sentimento far prevalere? La rabbia per essere stato tradito? Il desiderio di sapere la verità? L'amore per Fulvia a prescindere da tutto? O forse l'amicizia per un amico che è come un fratello e la preccupazione che possa accadergli il peggio? O, infine, semplicemente l'orrore per la guerra?
In Milton ci sarà tutto questo, mescolato in un groviglio di emozioni, a volte nascosto sotto la superficie, ma ci sarà; perché nonostante la situazione, lui è ancora umano.
Milton è un personaggio speciale: non è il tipico protagonista da romanzo, anzi, è un ragazzo alto, troppo magro, per niente bello se non per i suoi occhi azzurrissimi. È calmo e pacato, meticoloso e molto intelligente, ama i libri e la musica e, soprattutto, le parole. È un personaggio interessante, una di quelle persone dalle quali c'è sempre qualcosa da imparare, una di quelle persone che sono brutte solo per chi non le conosce. Ed ha avuto un fascino particolare su di me, come pochi sono riusciti a suscitare, perché appare proprio come una persona viva.
Milton è un ragazzo che se potesse uscire dalla pagina adesso, passerebbe inosservato agli occhi della maggior parte delle persone. E invece lui, così tranquillo, si ritrova in questo libro a dover esprimere tutto se stesso.
Chi riesce a vedere oltre le parole scritte, a carpire le emozioni che si celano dietro una semplice frase o un pensiero improvviso, se ne accorgerà: c'è tutto il suo cuore in queste pagine. La sua avventura, la sua ricerca, è un crescendo di tensione sempre più insostenibile, culminante in un finale che arriva inaspettato e che mi ha lasciata sorpresa e con il cuore a mille.
In Milton ci sarà tutto questo, mescolato in un groviglio di emozioni, a volte nascosto sotto la superficie, ma ci sarà; perché nonostante la situazione, lui è ancora umano.
"Non poteva più vivere senza sapere e, soprattutto, non poteva morire senza sapere, in un'epoca in cui i ragazzi come lui erano chiamati più a morire che a vivere."
Milton è un personaggio speciale: non è il tipico protagonista da romanzo, anzi, è un ragazzo alto, troppo magro, per niente bello se non per i suoi occhi azzurrissimi. È calmo e pacato, meticoloso e molto intelligente, ama i libri e la musica e, soprattutto, le parole. È un personaggio interessante, una di quelle persone dalle quali c'è sempre qualcosa da imparare, una di quelle persone che sono brutte solo per chi non le conosce. Ed ha avuto un fascino particolare su di me, come pochi sono riusciti a suscitare, perché appare proprio come una persona viva.
Milton è un ragazzo che se potesse uscire dalla pagina adesso, passerebbe inosservato agli occhi della maggior parte delle persone. E invece lui, così tranquillo, si ritrova in questo libro a dover esprimere tutto se stesso.
Chi riesce a vedere oltre le parole scritte, a carpire le emozioni che si celano dietro una semplice frase o un pensiero improvviso, se ne accorgerà: c'è tutto il suo cuore in queste pagine. La sua avventura, la sua ricerca, è un crescendo di tensione sempre più insostenibile, culminante in un finale che arriva inaspettato e che mi ha lasciata sorpresa e con il cuore a mille.
"Tu non devi sapere niente, solo che io ti amo. Io invece devo sapere, solo se io ho la tua anima. Ti sto pensando, anche ora, anche in queste condizioni sto pensando a te. Lo sai che se cesso di pensarti, tu muori, istantaneamente? Ma non temere, io non cesserò mai di pensarti."
Una questione privata è un libro che mi ha inondata di sensazioni.
Leggendo questa storia sono stata trascinata nella vita dei partigiani, tra gruppi di camerati, fratelli non di sangue ma di guerra, tra camminate sfiancanti nella nebbia e nella pioggia, turni di guardia per non essere colti di sorpresa, scambi di prigionieri come se fossero figurine, tra richieste di rifugio, tra fucili e pistole, tra uomini a volte impauriti, a volte valorosi, ma sempre uomini.
Fenoglio fa vivere la sensazione di essere lì, fa sentire la paura, la tensione, l'eccitazione e la stanchezza. La fratellanza con i propri compagni, la consapevolezza di poter morire da un momento all'altro ma di voler continuare a pensare al futuro. Una questione privata ci insegna la Resistenza, la rinuncia (a volte obbligata) alla propria vita per tentare di salvare un paese, la nostalgia per ciò che si lascia e la rabbia per l'enormità degli errori umani.
Giovani partigiani in montagna. |
E ci mostra anche la potenza dei sentimenti: l'amore per Fulvia è per Milton l'appiglio a tutto ciò che ha dovuto lasciare, è una porta aperta sulla bellezza e la speranza, è ciò che lo fa andare avanti. Insieme all'amicizia di Giorgio. Quasi fratelli, diversissimi eppure uniti, in mezzo alla guerra diventano semplicemente due soldati agli occhi di tutti, ma non ai loro.
Sullo sfondo di tutto questo, le colline di Alba e dei paesi vicini. Alba, patria di Fenoglio, per la quale traspare un amore incancellabile.
"Le aveva sempre pensate, le colline, come il naturale teatro del suo amore - per quel sentiero con Fulvia, con lei su quella cresta, questo glielo avrebbe detto a quella particolare svolta con tanto mistero dietro di essa... - e gli era invece toccato di farci l'ultima cosa immaginabile, la guerra."
Una questione privata è un libro doloroso, ma anche eccitante, tenero in alcuni momenti. È un libro accompagnato da un linguaggio diretto ma pregno di significato, che mostra tutta la bellezza di leggere autori italiani.
Credo che Beppe Fenoglio sia uno di quegli scrittori imprescindibili, la cui importanza letteraria e culturale è innegabile. Da Una Questione Privata non si può ricavare nient'altro che cose positive: si impara, si scopre, si vive e, talvolta, come è capitato a me, ci si emoziona moltissimo.
"Il cuore non gli batteva, anzi sembrava latitante dentro il suo corpo."
Spero di avervi convinti a dargli una possibilità.
Commenti
Posta un commento
Hai dei commenti o delle domande in testa? scrivile quì, possiamo discuterne insieme :)