Lessico Famigliare - Natalia Ginzburg {Recensione no-spoiler}

Buongiorno a tutti lettori,

bentornati sul blog. Oggi finalmente vi parlo di un'autrice italiana. E in particolare di un libro in cui la lingua italiana è fondamentale: Lessico Famigliare di Natalia Ginzburg.
Una testimonianza della vita della sua famiglia nell'Italia del '900; un libro calmo ma peculiare che, se apprezzato, è capace di aprire un mondo.

Lessico Famigliare - Natalia Ginzburg {Recensione no-spoiler} felice con un libro

Titolo: Lessico famigliare
Autore: Natalia Ginzburg
Editore: Einaudi
Data pubblicazione: 1963
Pagine: 212

Lessico famigliare è un titolo che parla da solo e che racchiude l'essenza del romanzo stesso. 

Famigliare perché la Ginzburg racconta proprio la sua famiglia, i Levi, intellettuali ebrei tra il 1920 e il 1950. Quest'opera è infatti autobiografica: Natalia stessa dichiara che "Luoghi, fatti e persone sono, in questo libro, reali. Non ho inventato niente."
Lessico perché il modo in cui l'autrice narra la storia è reso speciale dai modi di dire dei vari personaggi. Nei discorsi dei Levi, del padre, della madre, dei fratelli di Natalia, ci sono parole ricorrenti, frasi ripetute giornalmente, vocaboli che diventano simboli di una particolare situazione.
Sempiezzi, sbrodeghezzi, spussa, negrigura; la Ginzburg decide di usare questo lessico particolare, tutto personale, per identificare i suoi familiari e lo sfrutta come occasione per raccontare eventi, abitudini e storie che li riguardano.



È uno strumento narrativo molto originale a parer mio, ed è la prima volta che mi capita di veder sottolineata questa caratteristica, che in realtà, se ci pensate, è molto comune in famiglia, e anche fra amici stretti: le persone che fanno parte della nostra vita ci influenzano indubbiamente, e non è raro che i modi di dire di un parente o di un amico vengano assimilati da chi gli sta intorno. Così come non è raro che ci siano degli eventi particolarmente bizzarri, o belli, o comunque memorabili, che un solo vocabolo può portare alla mente. 

E quanto è bella quella sensazione, quando qualcuno con una sola parola riesce a comunicarvi un intero discorso che solo voi potete capire?

"Una di quelle frasi e parole, ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio di una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza di un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra vita familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e risuscitando nei punti più diversi della terra.."

È un'intimità particolare quella che la Ginzburg ci permette di instaurare con la sua famiglia, perché ci rende partecipi di un qualcosa che era solamente loro. L'autrice ci tratta come degli amici, ci da il privilegio di conoscere i Levi e chi sta loro intorno come se fossimo lì, a vivere la loro quotidianità.

Ma non solo attraverso il lessico li conosciamo, anche grazie alla loro storia, che Natalia ci racconta. Ed è proprio la storia della famiglia e di tutte le persone che con loro hanno condiviso eventi e idee quello che mi ha colpita di più di questo libro.

Quando ho letto "famiglia ebraica antifascista a Torino tra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento" ho subito pensato alla guerra, al fascismo, mi aspettavo commenti pesanti, giudizi, dolore. Insomma, molta più tristezza.
Invece la Ginzburg ci racconta tutto con estrema calma e limpidezza, anche con brio.

Ci descrive i suoi ricordi e, con essi, parenti e amici, le loro idee e il loro modo di vivere, ci racconta episodi memorabili e divertenti. In mezzo a tutto ciò, come se fosse la cosa più naturale del mondo, Natalia parla anche della guerra, del fascismo, della lotta per ribellarsi. Ci parla di resistenza, arresti, fughe, come se fossero cose scontate, come se la stoica reazione dei Levi all'odio e alla violenza fosse l'unica possibile.
Non un accenno all'indecisione, al terrore, alla disperazione, solo coraggio e tenacia. I pensieri negativi, i ricordi più avvilenti, li lascia fuori da queste pagine, forse perché troppo dolorosi o troppo intimi, forse perché quello che vuole trasmettere e far trasparire è la forza della resilienza di una comunità di persone incredibili, l'orgoglio e la fierezza per i loro ideali e il coraggio della resistenza.

Infatti, meraviglia delle meraviglie, la Ginzburg ci apre una finestra direttamente sulla vita degli intellettuali del tempo. Scrittori, artisti, personaggi politici, compaiono in questo libro con naturalezza; nomi che adesso sono quasi idealizzati, importanti e significativi, sono in Lessico Familiare persone normali, amici dei Levi e di Natalia, ricordati e descritti come tali. E fa un effetto strano, ve lo posso garantire.

Incontriamo Pavese e scopriamo un lato di lui che nelle sue opere è completamente inesistente; incontriamo anche Leone Ginzburg e seguiamo la loro amicizia con Einaudi; vediamo nascere la casa editrice, la vediamo espandersi e crearsi una propria identità.
È incredibile, mentre si legge, immaginarsi di essere lì, in mezzo alle grandi menti che hanno fatto la storia della scrittura, della cultura e della politica italiana.

"Passava (Leone Ginzburg) le serate con Pavese; erano amici da molti anni. Pavese era tornato da poco dal confino, ed era, allora, molto malinconico, avendo sofferto una delusione d'amore. Veniva da Leone ogni sera; appendeva all'attaccapanni la sua sciarpetta color lilla, il suo paltò a martingala, e sedeva al tavolo. Leone stava sul divano appoggiandosi col gomito alla parete.Pavese spiegava che veniva là non per coraggio, perché lui di coraggio non ne aveva, e nemmeno per spirito di sacrificio. Veniva perché sennò non avrebbe saputo come passare le serate, e non tollerava di passare le serate in solitudine. E spiegava che non veniva per sentir parlare di politica, perché, lui, della politica, <<se ne infischiava>>."

È per questo che prima vi ho parlato della capacità di questo libro di aprire un mondo. Perché così è stato per me: voglio che la piccola porticina che la Ginzburg ha socchiuso per mostrarci la società intellettuale del tempo, fatta di amicizie e stima reciproca, diventi un portone enorme.
Adesso ho voglia di letteratura italiana, ho voglia di scoprire le principali opere del periodo ma anche i rapporti tra gli autori, il clima che si respirava ad uscire con loro, a parlare di cose che contano.
Sono rimasta affascinata dal quadro che la Ginzburg mi ha dipinto e ne vorrei di più.

"L'editore (Einaudi) non era più timido, o meglio la sua timidezza si ridestava solo a tratti quando doveva avere colloqui con estranei, e non sembrava più timidezza, ma un freddo e silenzioso mistero. (...) Quella timidezza era diventata una forza, contro la quale gli estranei venivano a sbattere come farfalle sbattono abbagliate su un lume, e se erano venuti là sicuri di sé con bagagli di proposte e progetti, si ritrovavano poi al termine del colloquio stranamente spossati e sconcertati, col dubbio sgradevole di essere forse un po' stupidi e ingenui, e d'aver mulinato progetti senza nessun fondamento, alla presenza d'una fredda indagine che li aveva scrutati e sceverati in silenzio."

Sicuramente anche lo stile colloquiale e scorrevole dell'autrice ha contribuito a tutto ciò: 
Natalia esprime su carta i ricordi così come li ha memorizzati nella sua mente; mentre inizialmente essi sono caratterizzati da un linguaggio e da un modo di espressione più semplice ed elementare, che rimanda all'infanzia dell'autrice, più avanti lo stile si fa profondo, mano a mano che anche la coscienza della scrittrice matura, pur mantenendo un tono vivace e quasi sempre allegro.
La Ginzburg è bravissima a riportare in vita le sue memorie, ed è evidente che aveva una capacità straordinaria di osservare il reale e coglierne ogni aspetto caratteristico.
Lei descrive, con maestria, ma c'è una cosa che è utile sapere prima di iniziare la lettura: non parla quasi mai di sé. In questo libro c'è tutto il contorno alla vita di Natalia ma non c'è Natalia stessa, se non in relazione con gli altri. È proprio lei a dircelo nella piccola prefazione: "non avevo molta voglia di parlare di me".

Lessico famigliare è un libro che si fa fatica a catalogare in un genere preciso: è un grande misto, un po' memoir, un po' romanzo, un po' saggio. Natalia ci racconta i suoi ricordi e ci descrive quindi una realtà filtrata dai suoi occhi. Al contempo li seleziona, e lascia da parte quelli più dolorosi e tristi. Da un lato cerca di astenersi da commenti personali, dall'altro è influenzata dall'affetto e dell'amicizia verso le persone di cui scrive.

Personalmente questo mix mi è piaciuto moltissimo.
Lessico famigliare è stato per me una sorta di iniziazione agli autori italiani del periodo, che mi ha fatto vedere quanto è enorme la mia lacuna sull'argomento e quanto sarebbe bello colmarla.
Penso comunque che sia un testo fondamentale anche per chi di questi argomenti è esperto.

Vi avviso che è un libro che potrebbe risultare lento, ma se riuscite a prenderlo per quello che è vi trascinerà nel suo vortice come ha fatto con me. Io l'ho divorato, in spiaggia, paragrafo dopo paragrafo (perché no, non ci sono capitoli!!), quindi ve lo straconsiglio in generale e anche come libro da portare sotto l'ombrellone. Spero che possa piacervi quanto è piaciuto a me.

VOTO: 🌞🌞🌞🌞e mezzo
 4,5 

Vi consiglio moltissimo di leggere anche, una volta finito, la prefazione, l'appendice e la Cronistoria di Lessico Famigliare che ci sono nell'ultima edizione Einaudi. Troverete un sacco di recensioni sia positive che negative e sicuramente avrete la possibilità di osservare dettagli che magari vi sono sfuggiti.

Se volete acquistare il libro potete farlo al seguente link che vi rimanderà al sito di IBS. Acquistando qualsiasi articolo da tale link dovrei ricevere una piccola commissione che mi aiuterà a portare avanti il blog. Grazie infinite a tutti!


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Vi mando come sempre un bacione,
Silvia 💖

Commenti

  1. Ciao! Complimenti per la recensione :) questo romanzo è in wishlist, spero di leggerlo il prima possibile ^_^

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    1. Ciao Gaia :) Grazie mille, io ti consiglierei di portarlo in vacanza quest'estate, come ho fatto io! Spero ti piaccia, buone letture!

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  2. Ciao Silvia, son stata proprio contenta di leggere questa tua recensione così approfondita ed entusiasta, perché Lessico famigliare sarà proprio tra le mie letture di questo mese! Quindi, se già non vedevo l'ora di affrontare quest'opera, dopo questo tuo commento sono ancora più gasata!

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    1. Ciao Julia! Ma che bellooo, spero tanto che ti piaccia quanto è piaciuto a me!! Poi mi devo tenere aggiornata per quando lo finirai allora :) Buona lettura!

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