L'isola dei senza memoria - Yoko Ogawa {Recensione no-spoiler}

"Non è strano. È quello che si dice il lavoro del cuore. Anche il cuore più devastato dal vuoto, tenta evidentemente di sentire qualcosa."

Buongiorno a tutti lettori,

bentornati sul blog! Avete presente quando vi capita di vedere un libro e sentite che scatta il colpo di fulmine? Ecco, con il romanzo di cui vi parlo oggi per me è stato proprio così. Uno dei libri con la copertina più bella nella mia libreria e con una trama che solo a leggerla scatena un'ondata di entusiasmo non indifferente. Vi parlo de L'isola dei senza memoria di Yoko Ogawa edito il Saggiatore.

L'isola dei senza memoria - Yoko Ogawa {Recensione no-spoiler} felice con un libro

Titolo: L'isola dei senza memoria
Autore: Yoko Ogawa
Editore: ilSaggiatore
Data pubblicazione: 1994 / 2018
Pagine: 302

Ci sono libri che non sono fatti per essere letti tutti d'un fiato, libri che si prendono il loro tempo e decidono di scorrere lentamente, levigando e plasmando i pensieri del lettore per adattarli alla narrazione. L'isola dei senza memoria è uno di questi.

Su un'isola imprecisata, la vita degli abitanti è scandita dalle sparizioni: alcune mattine essi si svegliano e scoprono che il ricordo di qualcosa è andato perduto, scomparso per sempre. Può essere un animale, un ortaggio, un veicolo, un oggetto qualsiasi. Insieme al ricordo, anche tutte le sensazioni legate alla cosa spariscono, non si sa più cos'è, non si sa più come si chiama. Quando una sparizione si verifica c'è qualcosa di diverso nell'aria e tutti devono affrettarsi a liberarsi di ciò che è scomparso, se lo posseggono.
La Polizia Segreta dell'isola controlla che ciò venga fatto, che non sopravviva niente. Ma soprattutto si assicura di eliminare tutti coloro che non perdono la memoria e che conservano nel loro cuore tutti i ricordi che gli altri via via vanno perdendo.

Noi seguiamo la storia di un'abitante dell'isola, una scrittrice con un passato particolare, destinata a una rivolta silenziosa contro chi cerca di distruggere definitivamente i ricordi.



Una trama superlativa sicuramente, soprattutto per chi, come me, ama i libri distopici che raccontano un mondo diverso, spesso sbagliato.
Quella della Ogawa però non è una distopia comune e anzi, si differenzia molto dalle altre (o per lo meno da tutte quelle che ho letto io).

L'isola dei senza memoria è un libro estremamente calmo. Non aspettatevi una storia incalzante, una narrazione veloce e ricca di colpi di scena, perché non è affatto così. L'autrice fa a meno di tutte queste cose e procede con lentezza, permettendo al lettore di entrare nel racconto pian piano. Si percepisce l'atmosfera di immobilità che permea l'isola, l'impossibilità di migliaia di abitanti di scappare e sottrarsi al loro destino, l'ineluttabilità di un fenomeno incontrollabile e inarrestabile, che fa della perdita un evento comune, a cui abituarsi e adeguarsi.

Tutte queste sensazioni sono amplificate dalla particolare scrittura dell'autrice. Il suo modo di raccontare, il linguaggio che usa, rendono tutta la storia simile a una favola. Yoko Ogawa utilizza uno stile basico, delicato, fatto di frasi semplici e brevi, nelle quali spesso i termini si ripetono. Che si racconti di cosa la protagonista sta cucinando per cena o di come abbia rischiato la vita in un terremoto, il tono utilizzato è sempre lo stesso: pacato, cadenzato. Sembra quasi di leggere una melodia rilassante, ma così non è, perché lo stile fa da contrasto alla curiosità, all'incertezza e all'agitazione del lettore, preoccupato per i protagonisti e per il destino dell'isola.


"<<Come ci si sente a non perdere mai niente di quello che si ha nel cuore?>>
<<È una domanda difficile!>>
<<Il cuore non si riempie fino a esplodere?>>
<<No, non esiste questo pericolo: il cuore non ha contorni definiti né confini insuperabili. È in grado do accogliere ogni forma e può scendere a qualsiasi profondità. Anche per i ricordi funziona così.>>"



Però c'è qualcos'altro di speciale in questo tipo di scrittura: l'autrice semina nel testo indizi che strizzano l'occhio al lettore attento, in grado di coglierli. È come se lei stessa scrivesse mentre si trova sull'isola.; come se fosse una necessità quella di usare solo parole semplici; come se i sentimenti più travolgenti fossero sopiti o conservati gelosamente dentro di lei, per non fare insospettire nessuno.

Mano a mano che la lettura prosegue però, e che un epilogo si avvicina minaccioso, si fanno sempre più frequenti le riflessioni e le domande della protagonista.
È possibile che un'umanità privata sempre più del ricordo sopravviva? Il cuore di una persona che dimentica rimane lo stesso o si deteriora pian piano?

La Ogawa sembra avere le idee chiare: la memoria costruisce la nostra identità, la nostra anima. Non è la scomparsa dei concetti, delle cose, il problema, ma piuttosto la perdita del legame che essi creano tra l'uomo e il mondo.
Una rosa è solo una rosa, ma con la sua scomparsa non è più possibile sentire il suo odore, né ricordare la prima volta che ce ne hanno regalata una. Immaginate un mondo privato di fiori, della loro bellezza, della sensazione di felicità e tranquillità che anche indirettamente suscitano.
Pensate a un mondo senza fotografie, senza compleanni, senza profumi.
Se tutti i ricordi e le sensazioni del passato pian piano scompaiono, come possiamo ricordarci chi siamo stati?

Ma c'è uno strumento che può salvare i ricordi, che può conservare la memoria al posto delle persone: i libri. La parola scritta è l'ultimo baluardo di speranza contro la scomparsa del mondo.
Non dimentichiamoci che la protagonista della storia è una scrittrice, e in qualità di scrittrice sta scrivendo un romanzo: L'isola dei senza memoria si dirama così in due direzioni diverse, destinate in alcuni momenti a incontrarsi e poi dividersi di nuovo, e diventa un libro all'interno di un libro. Ai toni calmi e lenti della narrazione vera e propria si contrappongono quelli più cupi e incisivi del nuovo romanzo, favola nera metafora della realtà che la protagonista sta vivendo.

In definitiva, un libro triste ma anche leggero, dolce ma anche amaro, con un perfetto epilogo a concludere la storia.

Piccola nota critica che in realtà critica non è: la mia curiosità è rimasta in parte insaziata. Perché il fenomeno delle sparizioni rimane nebuloso, è difficile da spiegare e da comprendere, e anche se via via che la lettura prosegue si capiscono sempre meglio le sensazioni degli abitanti, la mia mente scientifica avrebbe voluto conoscere i perché di tutto ciò.

VOTO: 🌞🌞🌞e mezzo
3,5

Quando vi ho parlato la prima volta di questo libro in moltissimi siete rimasti incuriositi, spero che questa recensione vi sia utile per capire se il romanzo può fare al caso vostro!

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Vi mando come sempre un bacione,
Silvia 💖

Commenti

  1. Ciao, ho iniziato a seguirti. Entrambe abbiamo la passione per i libri. Ti aspetto da me La sabbia nella clessidra mi farebbe piacere.
    Un bacio, ale

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  2. ciao Silvia, gironzolando su facebook alla ricerca di nuovi spunti per le mie letture, ho trovato la tua pagina e il blog. Mi piace il tuo approccio e il tuo modo di scrivere e ho iniziato a seguirti. Grazie da un'altra Silvia :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciaoo :) Grazie mille mi fa molto piacere! Spero troverai qualche lettura che ti piace, tienimi aggiornata che sono sempre felice quando ci sono scambi di opinioni. Un bacio

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