Lizzie - Shirley Jackson {Recensione no-spoiler}

Buongiorno a tutti lettori

e bentornati sul blog! Halloween è passato e ora tutti sono già pronti a pensare al Natale, ma se anche voi come me amate le atmosfere un po' gotiche e misteriose tipiche del periodo Halloweenesco e dell'autunno, allora sarete contenti di sapere che anche la recensione di oggi è un po' a tema, e perfetta per il periodo. Sto per parlarvi infatti di Lizzie di Shirley Jackson, la regina delle storie tetre e inquietanti.
Dopo Abbiamo sempre vissuto nel castello (Recensione qui), posso confermare che quest'autrice mi piace e mi affascina davvero tanto, contro ogni mia aspettativa.
Bando alle ciance ed ecco la Recensione.

Lizzie Shirley Jackson Recensione no spoiler felice con un libro

Titolo: Lizzie
Autore: Shirley Jackson
Editore: Adelphi
Data pubblicazione: 1954 / 2014
Pagine: 318

RECENSIONE

Elizabeth Richmond è una giovane ragazza di ventitré anni, assai anonima e apatica: vive con sua zia ma le parla solo lo stretto necessario e lavora in un museo, dove però nessuno la conosce sul serio. Pare che Lizzie sia interessata semplicemente a sopravvivere più che a vivere davvero.
C'è però qualcosa che la disturba continuamente: forte mal di testa, mal di schiena, confusione. Questi sintomi nascondono una verità sconcertante e inquietante: dentro Elizabeth si agitano varie personalità, ognuna con le sue proprie caratteristiche, e tutte stanno cercando di uscire...

Lizzie è stato il primo grande romanzo sulle personalità multiple, io ho deciso di leggerlo perché questo argomento mi interessava molto ed effettivamente non ne sono rimasta delusa anzi, durante la lettura ho provato un giusto mix tra fascinazione ed inquietudine.

Il tema viene trattato su più livelli:
Innanzitutto dal punto di vista clinico e quindi come malattia vera e propria, con i suoi sintomi e una terapia da seguire.
Una parte della storia è narrata infatti dal Dottor Wright, personaggio molto importante in quanto è lui che si occupa appunto della malattia di Elizabeth, sua paziente, e della sua guarigione.
È attraverso le sue parole che seguiamo lo sviluppo degli eventi e che riusciamo a comprendere bene, mano a mano che anche il dottore ne prende coscienza, il disturbo di fronte al quale ci troviamo.

Victor Wright quindi ci racconta la storia in modo preciso e meticoloso, rendendoci partecipi delle sue riflessioni. Anche se, a volte, si interrompe per rivolgersi al lettore, con interventi non troppo simpatici; i quali però testimoniano il suo forte coinvolgimento nel destino di Lizzie.

Il comportamento di Elizabeth e i suoi mutamenti vengono però raccontati anche sotto un altro punto di vista: quello degli effetti che il disturbo della personalità multipla ha sulle persone esterne.
Vediamo il turbamento dei conoscenti della protagonista, ignari del problema; i sentimenti contrastanti di una zia, che fa di tutto per capire e risolvere la situazione; le strane reazioni di sconosciuti incontrati per caso.
Ci rendiamo così conto del grande scompiglio, del caos che un problema del genere può creare.

Infine, a raccontare è anche Elizabeth stessa, più o meno.
È grazie a questa parte della storia che comprendiamo fino in fondo cosa significhi avere un io disgregato, spezzato in tante personalità, ognuna delle quali si sente viva e vorrebbe conquistare il controllo sul proprio corpo per riuscire effettivamente ad essere una persona.
Questa è sicuramente la parte più confusionaria del libro, il racconto diventa quasi un flusso di coscienza e lascia spesso spazio alla follia, al delirio.
Ma è anche forse la parte più fondamentale, che permette di avere il quadro completo della situazione.

La cosa che mi ha sorpresa di più, è che attraverso questo tipo di narrazione, la Jackson riesce a far cambiare totalmente opinione al lettore nel corso del racconto, i ruoli di vittima e carnefice si mescolano e si invertono più volte e niente è come sembra all'inizio.

Questa è una delle caratteristiche tipiche dello stile dell'autrice: l'ambiguità, l'incertezza che rimane attaccata al lettore fino alla fine della storia e anche oltre.
Alla fine del libro avevo dei sentimenti completamente diversi rispetto a quelli iniziali, per ogni singolo personaggio.

Nonostante l'alternarsi delle narrazioni e degli stili comunque, io ho trovato la lettura molto scorrevole e mai noiosa (a differenza di alcune opinioni che ho sentito in giro).
Forse complice anche il fatto che c'è comunque un mistero attorno al quale ruotano tutti gli eventi:
Da cosa è stato causato questo spezzettamento della personalità di Elizabeth??
Come al solito, la Jackson dissemina indizi qua e là, nascosti in mezzo a una narrazione relativamente tranquilla e pacata. Nessun colpo di scena eclatante, nessuna scena spaventosa, semplicemente perché non ne ha bisogno.
La storia di Lizzie mi è rimasta addosso, esattamente come l'altro suo romanzo, anche se stavolta l'ho trovata meno inquietante e più affascinante.

C'è anche un'altra cosa che mi ha sorpresa moltissimo di questo libro: niente è scontato.
Io tendo sempre a fare mille pensieri sulle storie che leggo, a immaginare cosa succederà e come andrà a finire. In questo caso no. Non c'è una singola cosa che avrei potuto prevedere, e questo ha reso la mia esperienza di lettura quasi diversa dalle altre, perché da ogni pagina che giravo non sapevo cosa aspettarmi. È stata una continua sorpresa.
Insomma Lizzie è stata una lettura affascinante in primis, ma anche emozionante, eccitante e sorprendente.

Credo di essermi dilungata abbastanza. Ho amato questo libro, si vede?

Forse in molti non saranno d'accordo, ma a me è piaciuto persino di più di Abbiamo sempre vissuto nel castello.
Quindi rischio e ve lo consiglio, perché secondo me se lo merita.

VOTO: 🌞🌞🌞🌞 e mezzo
4,5

Adesso non vedo l'ora di leggere L'incubo di Hill House, ma prima devo dedicarmi a qualche lettura un po' più allegra sennò tra pazzia e disturbi della personalità rischio di ammattire anche io 😜

Voi avete letto Lizzie? Vi piace la Jackson?

Un bacione,
Silvia 💜

Commenti

  1. Mi affascina molto la questione delle personalità multiple. Mia sorella, con cui gestisco il blog, ha amato "Abbiamo sempre vissuto nel castello" e da allora mi ripete di leggerlo.
    Come te vorrei leggere "L'incubo di Hill House", che spero si discosti dal film.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao :) Ti consiglio di ascoltare tua sorella, Shirley Jackson è diventata una delle mie autrici preferite. Io ho preferito Lizzie ma vado un po' controcorrente quindi vedi tu da quale iniziare, in base alla trama che ti ispira di più! L'incubo di Hill House non vedo l'ora di leggerlo, il film non l'ho visto :) Se ti va fammi sapere se deciderai di leggere qualcosa di suo! A presto

      Elimina

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