L'educazione - Tara Westover {Recensione no-spoiler}

"Non avere certezze ma non arrendersi a quanti dicono di averne, era un privilegio che non mi ero mai concessa. La mia vita era una narrazione in mano ad altri. Le loro voci erano decise, enfatiche, categoriche. Non avevo mai pensato che la mia voce potesse essere forte quanto le loro."

Nel libro di cui sto per parlarvi non è importante il come ma il perché è stato concepito, quello che conta davvero è la storia che vi è raccontata: è un memoir, una testimonianza, un insegnamento e tante altre cose insieme. E viene da pensare che quello di Tara sia proprio un libro che era destinato ad essere scritto: l'autrice non ha certamente bisogno di romanzare niente, quello che ci rivela è già abbastanza sconvolgente e incredibile così com'è. Ma non è tutto: il volume in sé, come oggetto fisico, è una prova tangibile di ciò che Tara dichiara nella sua opera, è la dimostrazione inconfutabile del potere dell'educazione.

L'educazione - Tara Westover Recensione no-spoiler Felice con un libro
L'educazione - Tara Westover
Editore: Feltrinelli
Anno pubblicazione: 2018
Pagine: 375


Tara Westover nasce nel 1986 in una famiglia mormone profondamente dedita alla propria religione.
Fino ai 16 anni non andrà mai a scuola.

Né da un medico.


Le è stato insegnato che tutto ciò che ha a che fare con lo stato è sbagliato, che fa tutto parte di un complotto per ingannare le persone devote e oneste; che gli impuri sono ovunque, nelle gonne troppo corte, nelle maglie troppo scollate, nelle mani troppo pulite. Impuro è chi beve coca cola e chi ha un telefono.
Questa è la legge che il padre di Tara detta nella sua famiglia, alla moglie che lo asseconda e ai sette figli, che crescono così in un mondo diverso, completamente isolati e ignari della realtà esterna.

Quella di Tara non è una famiglia mormone come le altre: è una famiglia in cui non si conosce il limite tra religione e ossessione, in cui disturbi paranoici vengono scambiati per fede e non vengono invece riconosciuti come malattie, in cui la devozione viene trasformata in qualcosa di eccessivo e pericoloso.
Nella famiglia di Tara ci sono problemi di dispotismo, sessismo, violenza. È una famiglia disastrata, e mentre l'autrice ci racconta la sua vita è troppo difficile non arrabbiarsi, indignarsi, e rimanere attoniti. Eppure.. eppure per Tara non è così.

L'autrice delinea la sua storia dall'infanzia sino ad oggi con uno sguardo oggettivo, non condanna né giudica, non traspare da lei rabbia, né rancore. Tara è una ragazza che non riesce ad amare se stessa, la causa è in gran parte nell'ambiente e nelle persone che la circondano; per iniziare a farlo dovrà prendere delle decisioni difficili, eppure l'unica sensazione che affiora continuamente è l'amore verso la sua famiglia, nonostante tutto. Questo è l'unico sentimento costante e chiaramente presente in tutto il libro, nonché l'ultimo che ci si aspetterebbe di trovare in queste pagine. Da ciò la prima lezione che la lettura de L'educazione mi ha trasmesso: non perdere la capacità di amare è un atto di coraggio e consapevolezza.

Mentre racconta con oggettività tutto ciò che ha passato, Tara si autoanalizza, spiega al lettore e a se stessa tutti i comportamenti e i pensieri che hanno caratterizzato la sua esistenza. Scrivendo L'educazione l'autrice ha ricomposto il puzzle che è la sua vita, ha ordinato i frammenti di un mondo confuso e privo di logica che sul momento non riusciva a comprendere.

"Ecco che ora invece c'era una dottrina che permetteva di definire e fissare la misura della vita. Forse la realtà non era così mutevole. Forse la si poteva spiegare, prevedere. Forse le si poteva dare un senso."

La capacità di Tara di penetrare se stessa e capire (e far capire) le motivazioni profonde dei suoi gesti è incredibile tanto quanto quello che racconta. Eppure quando le viene chiesto com'è stata la sua infanzia, l'autrice la descrive come bella.
Questo non è l'aggettivo che avrei scelto io, ma è quello che ha scelto Tara adesso, dopo un lungo percorso che l'ha portata a scoprire e comprendere finalmente quel mondo senza senso che la circondava, che le ha permesso di avere ciò che dà il titolo alla sua opera, un'educazione.

A 16 anni infatti Tara decide di andare all'università. La seconda parte del libro segna una rottura rispetto alla prima proprio per questo: l'autrice, con difficoltà e tanta determinazione, inizia a studiare e a cambiare. Grazie ai suoi studi riesce a dare finalmente un nome a tutto quello che ha vissuto, riesce a rapportarsi agli altri e ad acquisire fiducia in sé stessa, ma soprattutto dalla scuola riceve un bene preziosissimo: le proprie idee. La capacità di pensare con la propria testa, di sviluppare delle opinioni personali, di essere finalmente se stessa.

Tara però fa anche un passo in più, e ci mostra l'altra faccia della medaglia, quello che dobbiamo lasciare per conquistare la nostra identità. L'autrice dice, in un'intervista, qualcosa che mi ha colpita profondamente e sulla quale in pochi, a parer mio, si soffermano:
dall'educazione non si può tornare indietro.
"Mi ha preso molto tempo capire che l'educazione cambia davvero chi sei.. È non è sempre possibile tornare indietro e vivere la tua vita precedente nella stessa maniera in cui lo facevi prima. Penso che ci sia sempre un prezzo da pagare."

Una volta che il passo è stato fatto non è più possibile chiudere gli occhi. 

"Capii una cosa: che se mi avevano chiamato Negra un miliardo di volte e avevo riso, adesso non potevo più ridere. La parola e il modo in cui Shawn la usava non erano cambiati; solo le mie orecchie erano diverse. Non sentivano uno scherzo. Quello che sentivano era un avvertimento, un richiamo che veniva da lontano, e che riceveva una risposta sempre più convinta: non avrei mai più accettato di essere un soldato in una guerra che non capivo."


Ma ne vale la pena? Sì.
L'educazione alla cultura e all'apprendimento sono uno strumento di difesa e di perfezionamento di sé stessi, aiutano a formare una coscienza, a sapersi inserire in un mondo vario e vastissimo, a non lasciarsi schiacciare e anche ad inseguire i propri sogni. Sono sempre stata convinta di questa verità, e nel libro di Tara Westover ne ho trovato ancora una volta conferma.
Lei, una ragazza che non ha mai messo piede in una scuola fino all'Università, oggi ha un dottorato, e ha scritto un libro di successo che insegna agli altri cosa significhi conquistarsi un'educazione e una propria identità.

"Non mi sembrava che ci fossero abbastanza storie su come credere in te stessa quando le persone che ti sono vicine non credono più in te; e siccome non riuscivo a trovare quella storia, alla fine ho deciso che l'avrei scritta io. "

Libro consigliatissimo, difficile non farselo piacere!
Se volete vedere la video intervista a cui mi riferisco nella recensione potete farlo qui, ma vi consiglio di leggere prima il libro per evitare spoiler.

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Vi mando come sempre un bacione,
Silvia 💜

Commenti

  1. Era già in wishlist, perché la trama mi sembrava molto particolare. Ma non avendo letto recensioni in giro, fino ad ora, mi chiedevo se fosse davvero un bel libro. Mi fa piacere constatare che tu l'hai promosso.

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    1. Di solito non mi sbilancio troppo ma con questo si va sul sicuro 😊 Leggilo, sono sicura che ti piacerà!

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  2. Ho letto questo libro poco dopo la usa uscita, ben consigliata da una libraia di fiducia, ed è davvero impressionante. A livello narrativo ho trovato solo un pezzo un po' lento (sostanzialmente quando lei fa la spola tra università e casa e succede poco altro) ma nel complesso davvero scioccante, impensabile accettare che molte persone nel nostro presente vivano così, e come questo condiziona anche la vita di altre persone a loro vicine.

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    1. Ciao Silvia! Ho visto il commento solo ora perdonami! Sono d'accordo su tutto, personalmente sono rimasta molto colpita anche dalla reazione di Tara e dal suo modo di vedere le cose..io ero una iena mentre leggevo! Buona serata 😘

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