La casa in collina - Cesare Pavese {Recensione no-spoiler}

Buongiorno a tutti lettori,
bentornati sul blog! Oggi prima recensione del 2018! Di un libro che però ho letto nel 2017: La casa in collina di Cesare Pavese. Autore apprezzato moltissimo, che mi avete consigliato in tanti e che ancora non avevo avuto il piacere di leggere. Ho deciso di iniziare da questo libro invece che da La luna e i falò, perché volevo lasciare da parte quello che è considerato il suo maggiore capolavoro. Se cercate una riflessione sulla vita al tempo della Seconda Guerra Mondiale, questo romanzo può fare al caso vostro.

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Titolo: La casa in collina
Autore: Cesare Pavese
Editore: Einaudi
Data pubblicazione: 1948
Pagine: 123

Siamo a Torino negli anni della Seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti costringono gran parte dei cittadini a rifugiarsi sulle colline intorno alla città. Tra questi c'è Corrado, professore, uomo solitario e riflessivo. Proprio sulle colline, una sera Corrado si imbatte in un gruppo di persone, amici che ballano e ridono. Tra di loro però c'è una ragazza, Cate, che è già stata legata al protagonista e che risveglia in lui moltissimi ricordi del passato e tante domande sul futuro. Ma la guerra non aspetta, e irrompe nella vita di tutti loro senza chiedere il permesso.

La casa in collina è un romanzo lento e riflessivo, che pone al centro della narrazione i pensieri del protagonista: il disagio di fronte alla situazione politica e alla coscienza della guerra; il dissidio interiore tra il desiderio di tranquillità e sicurezza e la consapevolezza che sarebbe giusto agire, fare qualcosa, ribellarsi.
Corrado è un protagonista apatico, che preferisce aspettare che sia la vita stessa a decidere per lui. È l'anti eroe, un uomo senza il coraggio di avere dei legami, di rischiare, adesso arreso di fronte alla guerra, in attesa che finisca.
Viene naturale contrapporlo a quei nuovi conoscenti, quel gruppo di amici che scherzano e cantano insieme, discutendo di politica e strategie. Ragazzi che amano la vita, e proprio per questo la rischiano con orgoglio.
È facile condannare e provare irritazione nei confronti di questo protagonista, immaturo, spaventato, immobile. E infatti più volte avrei voluto dargli uno scossone.

Non sono riuscita ad immedesimarmi in lui: troppo chiuso nei confronti del mondo esterno, troppo focalizzato sui propri pensieri e su se stesso.
Una cosa però è certa: il disagio di Corrado nei confronti della situazione politica è lo stesso che migliaia di persone hanno vissuto in quegli anni, e alcune domande del protagonista, il lettore se le pone insieme a lui.
Noi come agiremmo di fronte alla guerra?
Il dissidio di Corrado si manifesta pienamente nella contrapposizione tra città e collina, tema fondamentale in tutto il libro. Torino è il centro delle attività, della vita e dei rapporti sociali, è il luogo pericoloso in cui si rischia di esplodere sotto il peso di una bomba. La collina invece è un altro universo: quello di una vita tranquilla e sicura, basata sulle tradizioni genuine, immersa nella natura. È il rifugio di chi ha paura, di chi ama la solitudine. Ed è anche il luogo dell'infanzia di Corrado.

Le descrizioni quasi idilliache, i ricordi sognanti e i pensieri sulle colline, che affiorano in tutto il romanzo, sono intrisi di malinconia. La malinconia è il sentimento predominante in tutta la lettura e forse proprio per questo, nonostante la brevità, il libro ha bisogno del suo tempo per essere letto ed assimilato.

La casa in collina è stato il mio primo approccio a Pavese e, nonostante non sia riuscita a farmi piacere Corrado, ho apprezzato molto lo stile dell'autore: il linguaggio parlato tipico del periodo, in cui compaiono spesso anche termini dialettali, ormai completamente in disuso, fa sì che ci voglia una certa concentrazione per seguire il filo della narrazione, ma una volta abituatisi, è più facile immedesimarsi nella storia e figurarsi quelle colline tanto amate.

L'ultima pagina del romanzo, ovvero il culmine di tutte le precedenti, è una stupenda riflessione sulla guerra. Una di quelle citazioni che andrebbero trascritte e incorniciate.

Molti credono che La casa in collina sia un libro semi autobiografico, e lo credo anche io.
Gli avvenimenti che vi sono raccontati potrebbero essere riassunti in tre righe di testo, ma i pensieri e la visione del mondo del protagonista, conoscendo la vita di Pavese, mi sembrano molto in linea con la personalità dell'autore.

VOTO: 🌞🌞🌞 e mezzo
3,5

So che questo libro non è considerata l'opera migliore di Cesare Pavese, io ho già pronto in libreria La luna e i falò.
E voi amate questo autore? Cosa avete letto di suo?

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Vi mando un bacione,
Silvia 💕

Commenti

  1. Ciao Silvia! Ho letto questo libro molti anni fa, e ad esserne sincera non me lo ricordo in maniera chiarissima... ciò che mi è rimasto sono delle sensazioni, che la tua recensione mi ha aiutata a rispolverare. Purtroppo non ho più avuto occasione di approfondire l'opera di Pavese, cosa che invece mi interesserebbe fare e che ritengo necessaria per conoscere un importante tassello della nostra letteratura.

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    1. Ciao cara :) Quello che dici mi fa pensare che molto probabilmente abbiamo avuto un approccio molto simile a questa lettura: anche a me sono rimaste più che altro sensazioni, gli eventi del romanzo sono pochi e non così rilevanti! Anche io ho deciso di approcciarmi a Pavese proprio perchè sentivo che era una grande mancanza, mi hanno detto che La luna e i falò è davvero bello, magari potresti anche tu continuare con quello :) Un bacione

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  2. Ciao Silvia! Non conoscevo questo romanzo di Pavese.
    I libri con poca azione e molta riflessione hanno bisogno di più tempo per essere assimilati, e magari a distanza di qualche anno ci si dimentica pure della trama, ma le impressioni, quelle sensazioni che difficilmente si possono esprimere a parole, quelle rimangono.
    Spero di leggere presto questo libro.

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    1. Ciao Alessandra! Hai pienamente ragione, forse sono libri che si apprezzano di più anche con il tempo, proprio per questo motivo :) Fammi sapere se lo leggerai! Buona serata

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